Riassumendo possiamo dire che esiste un percorso evolutivo che porta dall'Etude del 1952 allo
Studio II del 1954, che è ad esempio la durata che in Studio I è triplicata (rispetto allEtude) per poter
dire tutto ciò che c'è da dire con quel materiale, considerando l'introduzione della ridondanza
artificiale come quella della ripetizione in eco e trasposizione. E poi identifichiamo un ritorno con la
semplificazione dello spazio delle frequenze e con il pre allestimento di un sistema sonoro ad una
durata più contenuta (con Studie II).
Il materiale è concreto nell'Etude per ragioni contestuali, mentre è di sintesi negli Studie.
L'organizzazione è seriale in tutti i casi.
Sistema delle frequenze è serializzato ma basato su frequenze armoniche nel caso di Studio I,
mentre è unificato in Studio II.
La timbrica risulta abbastanza omogenea nell'Etude, risulta molto eterogenea nello Studio I e torna
ad essere molto omogenea in Studio II.
La disposizione del materiale è stratificata nell'Etude, stratificata ma in modo variabile per lo
Studie I mentre è organizzata in unità timbriche in Studio II, che sono come delle vere e proprie
note.
Quella di Studie II è una vera e propria individuazione (come avrebbero detto Adorno e Rognoni),
perché semplifica notevolmente il problema della scelta. E consente di scrivere una partitura, che è
una rappresentazione quasi perfetta, che rasenta quella rappresentabilità della musica tradizionale
che ci è data dalla partitura.
La nostra esperienza di misture infatti non è tale da poterci far intendere come suoni una pagina
della partitura di Studio II, ma sicuramente non ci sono scarti; capacità di rendere in modo univoco
in una rappresentazione della musica, che è una capacità che vediamo nascere da quello che
chiamiamo un pre-giudizio gadameriano, ovvero che la musica per avere una sua validazione,
validità e certificazione, deve avere un suo corrispettivo testuale, un elemento che faccia da testo,
elemento che potrebbe essere usato per riprodurre Studio II con altri mezzi.
C'è un però, poiché dato che Studio II è un brano per nastro magnetico, viene congelato in
un'esecuzione unica, e mancando il tramite dell'esecutore, la rappresentazione astratta di questa
musica, anche se è perfetta, risulta immotivata, e può risultare al massimo una partitura di lettura,
perdendo il suo senso primario come partitura.
Questa partitura può essere descrittiva, prescrittiva (possiamo pensare che la partitura sia concepita
prima della realizzazione su nastro), ma non è una partitura istruttiva, poiché non c'è esecuzione o
istruzione da impartire, e dunque non c'è sostanziale utilità della partitura tradizionale.
C'è dunque una fibrillazione del pre-giudizio, e dunque la concezione esistente esige che ci sia una
rappresentazione grafica che faccia testo.
Questa è la motivazione che porterà alla rappresentazione dettagliata di Kontakte, per i processi, per
lo strumentario, per una resa del materiale musicale. Kontakte è un esempio della fibrillazione della
mentalità testuale, chiaro esempio del fatto che ci debba essere un testo validante della musica. Ma
nel caso di Studio II manca nell'elettronica la parte istruttiva, poiché le partiture di Kontakte e
Studie II sono un lascito culturale, testimonianza di coerenza, controllo e autorialità (Stockhausen
dunque esprime il fatto che abbia realizzato una cosa, dicendoci come l'ha fatta, dicendoci qual'è il
suo DNA), segnando un'etica della scrittura, dove la scrittura diviene la testimonianza di un
processo, di una scrittura, e di una capacità di controllare il mezzo.
In Studio II tutte le riverberazioni sono fatte con camere di riverberazione, il che ci da
un'informazione importante, che a Stockhausen gli poteva dar fastidio, e che lui cerca di risolvere
questa collocazione sul piano della forma di suono riverberato e diretto, quini in presenza di spazi
incongrui, mentre il fatto che tutto sia ottenuto con code riverberanti, fa si che lo spazio sonoro sia
unificato come le frequenze. Si tratta di una semplificazione di una razionalizzazione che avvicina
la pratica elettroacustica a quella della musica tradizionale; dunque Studio I da questo punto di vista
sembra una composizione più avanzata e meno schiava di dictat della tradizione, esso è un paradosso,
poiché Studio II avviene su un piano di astrazione maggiore rispetto a Studio I e dunque
la qualità della composizione in Studio II risulta sicuramente migliorata.