Di specifico in Mikrofonie II c'è autonomia per descrivere aspetti qualitativi delle voci e sopratutto
la dimensione autobiografica e metamusicale che realizza una forma particolare di relatività
progressiva.
Mikrofonie II è meno riuscito e meno famoso poiché mentre Mikrofonie I scende nell'inaudito grazie
al microfono ed il tam-tam solista e grazie al filtraggio che insiste su materiale già enigmatico
(materiale del tam-tam grattato), materiale non vegliato in nessun tipo di schema. Con il filtro
l'esperienza diventa veramente estraniante.
In Mikrofonie I vi sono suoni che non si conoscono che vengono distorti e alterati anche dai filtri. In
Mikrofonie II c'è uno split cognitivo e dunque il materiale che dovrebbe essere distorto non si
presenta già di suo come materiale inaudito, ma la sfida di portarlo nel terreno dell'inaudito, non
riesce al meglio e sentiamo che la RM è di fatto un processo sovrapposto. Questa tipologia di
modifica funzionerebbe meglio con degli strumenti che sono privi di topologia.