Il Paradigma di Stockhausen

Genesi della Forma

Questo è l'aspetto più problematico dei principi costruttivi di Stockhausen.

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fig. 15

Il cubo rappresentato ci aiuta a capire cosa sia il neunerschema ovvero uno schema a 3x3x3 dimensioni che ci permette di combinare ognuno degli elementi all'interno di questi 3 sottogruppi con ciascuno degli altri, ed all'interno di queste tre terne possiamo definire quello che è lo schema specifico di ogni composizione che per Stockhausen deve avere una sua struttura unica.

La struttura unica da sostanza a quel carattere della musica di Stockhausen per cui ogni pezzo è un'idea compositiva completamente nuova, sia pure collocata in una regione dell'opera di Stockhausen caratterizzata da un procedimento di massima che è lo stesso. Ad esempio i pezzi scritti con al moment form sono tanti, pezzi scritti con la formula sono diversi, ma all'interno di queste grandi famiglie di brani i brani rappresentano sempre idee nuove.

A. Forme di sviluppo

Esse sono drammatiche (per esempio la forma sonata è un tipo di sviluppo, Stockhausen si inventa qualsiasi tipo di sviluppo drammatico laddove si presentano degli elementi che hanno delle evoluzione, come Plus-Minus).

B. Forme per concatenazione

Per Stockhausen ad esempio la suite è una forma per concatenazione, anche se ci risulta difficile capire bene cosa siano come le moment form. L'esempio delle suite viene fatto da Stockhausen in un articolo intitolato “Invenzione e scoperta” del 1963.

C. Momentform

Essa risulta sia tra i materiali che tra gli schemi formali. È difficile dunque nella pratica di Stockhausen capire la differenza concreta tra le forme per concatenazione e la moment form, ovvero: perché una moment form non può essere giudicata una forma per concatenazione?

Forse leggendo tra le righe di Stockhausen, si intende che le suite hanno in comune degli aspetti che caratterizzano un po' tutti i brani, la Suite Barocca è infatti caratterizzata da:

  • forma bipartita
  • omogeneità di tonalità, salvo incursioni nel maggiore o minore della stessa tonica
  • vi è il presupposto della cristallizzazione della forma di danza
  • ci sono dunque elementi unificanti che informano di se ognuno di questi pezzi

Nella moment form non c'è nulla di tutto ciò, ci sono tendenze statistiche all'interno di ogni Momente, ma tendenzialmente ogni Momente è a se stante. Ma i Momente possono essere di dimensioni e durate molto diverse, è questa classificazione risulta un po' a priori e di cui si fa fatica a capire quale sia il presupposto concreto, ovvero il presupposto storico, la concretizzazione storica di questa differenza tra forme di concatenazione e Moment form nel repertorio contemporaneo (qualcosa di un po' ambiguo).

1. Punti

Altra ambiguità riguarda il tipo di criterio seguito va per punti, gruppi e sottoinsiemi, sembra quasi che questi

2. Sottogruppi

3. Insiemi

Questi insiemi (definiti da Coenen come collective), parola tedesca collective, esempio di un collective, non è ne un gruppo ne un'aggregazione di punti, non ulteriormente scomponibile. Anche qui sembra che la necessità di simmetria e perfetta corrispondenza in ogni punto di organizzazione sistematica, prevalga sulla effettiva realizzazione di opere ben definite. Coenen parla di collective per la prima volta, e dunque anche qui prendiamo questa suddivisione con le pinze.

I. Forme determinate

Partitura scritta tutta per intero.

II. Forme variabili

Forme in cui sono presenti elementi di casualità ed indeterminazione.

III. Forme polivalenti

Le forme polivalenti sono forme che scaturiscono da processi come in Plus-Minus, e qui vediamo realizzata quella differenza tra forme variabili e forme polivalenti, ovvero quella differenza che c'è tra forme aleatorie (Scambi di Poesseur o Plus-Minus di Stockhausen) e opere aperte. In forme variabili c'è un elemento di casualità, mentre le forme polivalenti si strutturano man mano che si procede con l'allestimento dell'opera ma con tutte forme prevedibili ed incluse nel materiale di base.

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