Storia della Musica Elettroacustica

Luigi Nono

Luigi Nono - Omaggio a Vedova (1960)

Negli anni ’60 diviene protagonista allo Studio di Fonologia Luigi Nono la cui prima composizione allo studio è Omaggio a Vedova, che ci pone problemi interessanti dal punto di vista estetico e dell'autorialità, prima volta in cui Nono si confronta con il materiale elettronico. In questo primo brano è molto evidente che Nono non sappia dominare totalmente i materiali elettronici, ed in cui vede le possibilità dello strumento elettronico, via a un’espressione informale.

Luigi Nono - Canto Sospeso (1956)

Capolavoro dello strutturalismo, brano seriale in cui i materiali vengono polverizzati in cellule melodiche distribuite in compagine strumentale e corale molto complessa e ricca, la comparsa di Emilio Vedova per Nono, lo porta verso la materia del suono, e l’elettronica diviene strumento di indagine del suono.

Luigi Nono fu genero di Schoenberg, e dunque apprese ed apprezzo da lui una forte impronta formale.

Nell'Omaggio a Emilio Vedova, si sente molto il condizionamento della materia e dello strumentario dello Studio e rispetto a Continuo di Maderna si avvertono dei passi indietro (taglio netto del nastro, idea elencativa delle possibilità sonore) ma è il primo esperimento di Nono sull'elettronica, ed è capibile dall'ascolto dei Cori di Didone del 1958 con testi tratti da Ungaretti (Ungaretti accademico d’Italia durante il fascismo, Nono comunista), i cori sono molto vicini alle opere 29 e 31 di Webern.

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